Non stimo molto ext3.. sarà perchè mi è capitato spesso di perdere dati importanti (stessa cosa con NTFS)…… e’ principalmente questo il motivo per cui ho quasi tutto il sistema in XFS….
Ma veniamo a noi…
Una cosa che adoro di xfs sono i suoi strumenti di mantenimento e la velocità nel gestire il mio disco… per fortuna ormai non è più necessario configurarlo manualmente durante la formattazione… però vi consiglio caldamente di NON formattarlo da GPARTED… sarà un caso, ma formattandolo con esso ho avuto problemi di frammentazione e di errori qua e là…. formattandolo con mkfs da riga di comando, si autoconfigura in modo davvero ottimale.
Cos’è XFS?
Potete approfondire parecchio su Wikipedia, a questa voce: QUI
In sostanza è un filesystem molto maturo, sviluppato da SGI per i server IRIX, è di tipo journaled, molto scalabile e performante.
Il suo unico difetto che ho riscontrato è l’impossibilità di “comprimere” la partizione una volta creata… invece non c’è nessun problema ad espanderla. Questo è dovuto alla sua particolare struttura ad “extent”…. solitamente i filesystem usano i blocchi…… gli extent sono un pò come delle mini partizioni che suddividono lo spazio.
Come Formattare in XFS?
Attenzione: evitate di proseguire nella lettura se siete novizi. Questa guida è da ritenersi per utenti smaliziati o comunque che già conoscono abbastanza bene il sistema GNU/Linux.
Formattare è sempre una operazione MOLTO delicata e dovete SEMPRE fare un backup visto che i dati vengono cancellati.
Innanzitutto per formattare un sistema in XFS è sufficiente essere autenticati come utenti root:
su –
bisogna smontare dal sistema il disco da formattare (ricordatevi ovviamente di copiare i documenti contenuti in esso su altro disco…) ovviamente hdXX da sostituire con il vero indirizzo assegnato dal sistema…
umount /dev/hdX
mkfs.xfs /dev/hdXX
o nel caso di dischi sata/scsi
mkfs.xfs /dev/sdXX
In caso che si rifiuta di formattare, basta aggiungere -f per forzare…
mkfs.xfs -f /dev/hdXX
DEFRAMMENTAZIONE
Questo filesystem cerca di mantenere il più organizzato possibile il disco… ma potrebbe capitare il formarsi di un pò di frammentazione… A differenza di ext3 che non ha tool “ufficiali” e supportati per deframmentare senza problemi (bisogna ricorrere ad un downgrade ad ext2) Xfs ha un pacchetto di utilità per mantenerlo e amministrarlo: xfsdump (c’è in tutte le maggiori distribuzioni) .
Grazie ad esso potrete CONTROLLARE il livello di frammentazione ed eventualmente DEFRAMMENTARE il disco MENTRE E’ IN USO (FANTASTICO PER CHI HA LA ROOT IN XFS..come nel mio caso)
Per controllare lo stato di frammentazione, basta fare (sempre autenticati come root… ):
su –
xfs_db -r /dev/hdXX
apparirà: xfs_db>
frag
Vi dirà il livello di frammentazione, con tanto di percentuale…
se il valore è particolarmente alto, potete deframmentare…
intanto uscite da xfs_db>
quit
e poi digitate:
xfs_fsr -v /dev/hdXX
Partirà la deframmentazione
Grazie ad XFSDUMP abbiamo altri comandi molto utili:
- xfs_check Per controllare se ci sono eventuali errori sul disco
- xfs_copy Per clonare il disco
- xfs_growfs Per espandere la partizione
- xfs_repair Per riparare la partizione
Ovviamente ad esempio per controllare il disco, basta dare:
xfs_check /dev/hdXX
per growfs e copy, la cosa è un pò più complicata e vi consiglio di dare una occhiata al manuale
Un pò di tweaking non guasta mai:
Per aumentare le prestazioni, possiamo cambiare il nostro fstab passando questi comandi:
noatime,nodiratime,logbufs=8
al posto ovviamente di “defaults”..
in generale non ci sono controindicazioni ad usare queste opzioni.. l’unico problema potrebbero essere i buffer.. con dei spegnimenti errati ho avuto corruzioni di alcuni file di configurazione.. ma è un caso isolato.
esempio:
/dev/hdXX /media/disco xfs noatime,nodiratime,logbufs=8 1 2
noatime: evita che venga scritta DURANTE LA LETTURA la data di creazione/modifica dei files… cosa MOLTO inutile visto che stiamo SOLO LEGGENDO! nelle operazioni di scrittura ovviamente questo sarà fatto
nodiratime, è lo stesso discorso di noatime applicato alle cartelle.
logbufs semplicemente sono il numero di buffer da utilizzare.
Per ora è tutto… In attesa dell’arrivo di ZFS, per me XFS rimane il miglior compromesso tra prestazioni e affidabilità.
ps: a differenza di ext3 consuma meno spazio… in quanto non crea quel famoso 5 % di spazio riservato a root.
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